L’EVANGELIZZAZIONE
Introduzione
Da quando l’uomo è caduto nel peccato, Dio ha ripetutamente cercato di richiamarlo a sé: “E l’Eterno Iddio chiamò l’uomo e gli disse: Dove sei?”(Genesi 3:9). Per secoli, fino alla venuta di Gesù Cristo, Dio ha parlato attraverso i profeti, per ristabilire la comunione intima fra Lui e le Sue creature: “Venite quindi e discutiamo assieme, dice l’Eterno, anche se i vostri peccati fossero scarlatto, diventeranno bianchi come neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana” (Isaia 1:18).
Anche la vita e l’opera del nostro Signore Gesù Cristo riflettono questo desiderio profondo di Dio. Gesù venne sulla terra per cercare e salvare ciò che era perduto. Egli disse: “Venite a Me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, ed Io vi darò riposo” (Matteo 11:28). Chi segue il Maestro sentirà lo stesso bisogno di cercare i perduti. In ciò si realizza la promessa di Gesù: “Seguitemi e vi farò diventare dei pescatori di uomini!”. Come discepoli di Gesù, non dobbiamo considerare l’evangelizzazione come un’opzione extra, ma una priorità consumante. Paolo dichiarò con forza: “Guai a me se non evangelizzo” (1 Corinzi 9:16).
I. Che cosa intendiamo per evangelizzazione?
I. Che cosa intendiamo per evangelizzazione?
I termini “evangelizzazione”, “evangelizzare” derivano dalla parola “Evangelo” (dal greco “Evanghelion” che significa “buona novella”) e indicano il concetto di “proclamare la buona novella”. L’apostolo Paolo, nella sua prima epistola ai Corinzi, al capitolo 15, verso 3 e 4, rivela in che cosa consiste questa buona notizia: “ Infatti, vi ho prima di tutto trasmesso ciò che ho anch’io ricevuto, e cioè che Cristo è morto per i nostri peccati, secondo le Scritture, che fu sepolto e che risuscitò il terzo giorno secondo le Scritture”.
Definizione formulata. Fra le tante che esistono, la più completa è forse questa: “Presentare il Cristo di Dio, secondo la volontà di Dio, attraverso la vita e le labbra di uomini di Dio, spinti dall’amore di Dio a predicare ai perduti il Vangelo di Dio, con la potenza dello Spirito Santo di Dio, perché possano ravvedersi e ricevere la salvezza di Dio per far parte della Chiesa di Dio, alla gloria di Dio”.
II. Perché dobbiamo evangelizzare?A. Perché siamo stati mandati. Gesù Cristo ci ha ordinato: “Andate per tutto il mondo e predicate l’Evangelo ad ogni creatura” (Marco 16:15). Se Gesù dice: “Andate!”, non c’è alcun bisogno di interpretazioni particolari. Egli intendeva proprio quello che stava dicendo: “Andate!”. È così importante l’evangelizzazione che, dopo la Sua resurrezione, Gesù ne parlò per ben cinque volte (Matteo 28:18-19; Marco 16:15; Luca 24:47; Giovanni 20:21; Atti 1:8). John Stott ha detto: “Oggi noi siamo ingaggiati nell’evangelismo, non perchénoi lo vogliamo o perché lo abbiamo scelto o perché ci piace, ma perché ci è stato detto. Il cristiano è sotto ordini. L’inattività evangelistica è disubbidienza”.
II. Perché dobbiamo evangelizzare?A. Perché siamo stati mandati. Gesù Cristo ci ha ordinato: “Andate per tutto il mondo e predicate l’Evangelo ad ogni creatura” (Marco 16:15). Se Gesù dice: “Andate!”, non c’è alcun bisogno di interpretazioni particolari. Egli intendeva proprio quello che stava dicendo: “Andate!”. È così importante l’evangelizzazione che, dopo la Sua resurrezione, Gesù ne parlò per ben cinque volte (Matteo 28:18-19; Marco 16:15; Luca 24:47; Giovanni 20:21; Atti 1:8). John Stott ha detto: “Oggi noi siamo ingaggiati nell’evangelismo, non perchénoi lo vogliamo o perché lo abbiamo scelto o perché ci piace, ma perché ci è stato detto. Il cristiano è sotto ordini. L’inattività evangelistica è disubbidienza”.
B. Perché l’umanità è perduta (Romani 3:23; 6:23).
C. Perché siamo stati stabiliti come “sentinella” (Ezechiele 3:17). Il cristiano, oggi, è nella stessa posizione dell’antico profeta: il suo dovere è di apprendere la volontà di Dio, di vegliare e di mettere in guardia coloro che sono nel pericolo di essere distrutti dal nemico. Come sentinelle, abbiamo la responsabilità di mettere in guardia i perduti dall’errore delle loro vie (Ezechiele 3:17-21; 33:2-7; Proverbi 24:11-12).
D. Perché siamo stati chiamati a portare frutto (Giovanni 15:16). L’espressione “portare frutto” ha un doppio significato: può voler dire il frutto dello Spirito (Galati 5:22), ma non dimentichiamo che l’uso originario di questo termine nella Bibbia implica l’idea di “moltiplicazione della propria specie” (Genesi 1:28). Consideriamo anche il legame che vi è tra il portare frutto e il conquistare le anime in Proverbi 11:30 “Il frutto del giusto è un albero di vita e il savio fa conquista d’anime”.
C. Perché l’amore di Cristo ci costringe (2 Corinzi 5:14). La versione New English Bible traduce così: “Poiché l’amore di Cristo non ci lascia scelta”. Il motivo principale che dovrebbe spingerci ad evangelizzare è l’amore di Dio (Giovanni 3:16; Romani 5:5).
III. Chi deve evangelizzare?Possono evangelizzare con efficacia solo coloro che seguono veramente Gesù (Matteo 4:19-20). Per molti versi questo è il punto più importante di questo studio: ciò che siamo come cristiani conta molto di più di quanto sappiamo o facciamo!
A. Il vero evangelista presenterà queste sette caratteristiche:
- Certezza personale della salvezza e appagamento in Cristo. “Quel che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi…” (I Giovanni 1:3). Molti non possono veramente andare a raccontare ad altri di Cristo, perché non l’hanno mai visto e udito di persona. Cristo ti ha salvato? Ne sei sicuro? Puoi e devi esserne sicuro! Cristo ti appaga giorno per giorno? Lui lo vuole fare, lo deve fare, se vuoi diventare un buon evangelista.
- Una conoscenza della Sacra Bibbia. Il credente che vuole essere usato nell’evangelizzazione dovrebbe leggere ogni giorno almeno un brano della Bibbia in uno spirito di preghiera.
- Una vita di preghiera solida e regolare.
- Un cammino santo ogni giorno.
- Un carattere simile a Cristo.
- Lo stesso amore per i perduti che aveva Cristo.
- Una vita ripiena di Spirito Santo.
B. In ultima analisi, vi sono sette errori che l’evangelista dovrebbe assolutamente evitare:
- Mancanza di preghiera.
- Vita incoerente.
- Impazienza.
- Mancanza di conoscenza biblica.
- Cattiva testimonianza.
- Atteggiamento di superiorità.
- Domande indiscrete.
IV. Quale deve essere il nostro messaggio?
Il nostro messaggio deve essere centrato intorno alla persona e all’opera del Cristo. Alcuni esempi: (Atti 2:22-36; 3:12-26; 8:35; 9:20; 10:34-43; 11:20; 13:23-41).