Juball
Juball: Padre degli strumenti a corda Genesi 4:21 Ora il nome di suo fratello era Juball, che fu il padre di tutti quelli che suonano la cetra e il flauto.
sabato 8 marzo 2014
martedì 1 ottobre 2013
lunedì 30 settembre 2013
sabato 14 settembre 2013
LA MUSICA IN CHIESA
La musica non è:
Un modo di raggruppare la gente prima del culto, cosi smettono di chiacchierare.
Uno stacco fra una testimonianza troppo lunga e un sermone
Un modo per sgranchirsi le gambe e le braccia dopo una predica noiosa
Un modo per far divertire i giovani, che altrimenti, cosa ci vengono a fare in chiesa?
La musica è:
Un linguaggio che Dio ha scelto ed incoraggia, per comunicare con il cuore dell'uomo; vedi i Salmi 33:1, 92:1, 147:1 e, soprattutto, il Salmo 22:3, dove dice che Dio inabita le lodi del Suo popolo. Per chi avesse dubbi che la parola "lode" non implichi la musica, si fa notare che la parola tehillal usata nel 33, 147 e 22, vuol dire "salmo, o canto di lode", e quella usata nel 92, zamar, è il verbo "dare lode, o cantare lodi"
Un linguaggio che parla a tutte e tre le sfere umane: corpo, anima e spirito. Guardacaso, anche la musica viene suddivisa spesso in ritmo, melodia ed armonia;
Un linguaggio di carattere profetico, perchè ha la capacità, come la profezia (I°Cor.14:3), di "edificare, esortare e consolare" ; non a caso Asaf, Jeduthun ed Heman erano profeti, chiamati anche i "veggenti del re", ed erano i tre responsabili designati da Davide per tutto ciò che riguardava la lode nel tempio (I°Cronache 15:16 e seguenti); edificare, perchè nella musica c'è un ruolo di insegnamento, che ad esempio seppe usare molto bene Lutero, nei primi anni della Riforma, o che vediamo nei testi dei Gospel, che erano vere e proprie predicazioni cantate per un popolo che non sapeva leggere; esortare, quando nel testo c'è un chiaro riferimento ad andare avanti nelle battaglie spirituali e nelle prove; consolare, quando un canto sa curare le ferite del cuore usando la Parola di Dio (quindi non stiamo parlando solo di musica, ma di musica connessa strettamente ad un testo: la musica "usa la parola" come Dio "usa la Parola" per creare e per salvare); un buon gruppo di lode porta la congregazione da qualche parte, cioè ubbidisce a "ciò che lo Spirito dice alla Chiesa" (Apoc. 3:6).
Un linguaggio di carattere divino, perchè la musica era già con Dio quando Lui creava l'universo (Giobbe 38:7), nel tempo e fuori del tempo (vedi per esempio alla nascita di Gesù nel tempo, Luca 2:13, e fuori del tempo quando l'Agnello siede sul trono, Apoc. 5:8-9).
IL RUOLO DI LUCIFERO
Quando Dio crea Lucifero (questa l'interpretazione data da molti studiosi che si basano sui testi di Isaia 14:9-15 ed Ezechiele 28:11-19), mette al suo servizio "flauti e tamburi"; ripeto, al suo servizio, quindi Dio dà a Lucifero il ruolo di "responsabile della lode e dell'adorazione". Cosa succede allora quando Lucifero cade, trascinandosi dietro un terzo degli angeli? Che il posto del responsabile della lode rimane vacante: possiamo immaginare che in cielo, per un tempo, vi sia stato silenzio... e qui si inserisce la Chiesa, cioè noi. La Chiesa prende il posto di Lucifero, ed in questo diviene un pubblico spettacolo di fronte a principati e podestà, ed agli angeli perplessi, che "vorrebbero guardare dentro a questa situazione" che non riescono a capire (I°Pietro 1:12). Dalla polvere, Dio si trae un popolo che Lo loda, Egli che "chiama le cose che non sono" e le fa essere! (Salmo 102:18-22 e Isaia 43:21). E questa creazione fatta dal fango della terra fa "mangiare la polvere" a Satana (Gen. 3:14, Isa. 65:25). Capite ora il ruolo della musica? Dio vuole che ci sia musica nel Suo popolo. E' un linguaggio che Dio ha scelto, e che Lui vuole che noi usiamo.
LA CONSAPEVOLEZZA DEL NOSTRO RUOLO
Una delle più grandi macchinazioni di Satana è stata il cercare di togliere la gioia dal popolo di Dio. Lo fa con Davide, quando danzò davanti all'arca del patto, lo fa nelle persecuzioni e nelle deportazioni, dove la tristezza prende il posto della gioia (Salmo 137). Lo fa ancora adesso, quando cerca di convincerci a rimanere ancorati a "vecchi modelli" per tanti motivi:
Tradizione: "si sono sempre cantati questi cantici, perchè abbandonarli?" (Cantate all'Eterno un cantico nuovo - Salmo 98:1...)
Immobilismo: "Dio non guarda alla bravura, ma al cuore; che bisogno c'è di impegnarsi troppo? Mica saremo presuntuosi?" (Suonate maestrevolmente con giubilo - Salmo 33:3)
Paura di scandalizzare: "non c'è bisogno di fare tutto questo strepito... il Signore non è mica sordo!" (dimenticandoci che la parola hallal , da cui viene "alleluia", vuol dire "fare rumore festoso", e che in I°Cronache 15:16 Davide ordina ai Leviti musicisti di "suonare in modo vigoroso"; vedi anche Salmo 95:1, 100 e 118:15)
Paura di sbagliare: "il rock è satanico, la danza mette in mostra il corpo, se faccio un assolo di chitarra può sembrare che mi atteggio, se sorrido mentre canto sembro un protagonista, se dico alla gente di alzarsi e battere le mani voglio fare l'attore..." (E Davide danzava a tutta forza; 2 Samuele 6:14); non siamo noi credenti che vogliamo scimmiottare il mondo, se proviamo a fare stili diversi di musica o ad introdurre nuove arti nella nostra adorazione, piuttosto è il contrario: noi dobbiamo riappropriarci di tutte le forme di arte che il demonio, essendo il principe di questa terra, ha usato per i suoi fini, rubandole alla gloria di Dio, che però rimane l'unico vero creatore e creativo (Apocalisse 4:11); Satana non crea niente, può solo rubare e rovinare, come ha fatto tra l'altro per tanti tipi di musica.
Ma allora, qual è l'atteggiamento giusto per cantare a Dio? Tenetevi, perchè questa è forte!!!
COME DEI CONDANNATI A MORTE...
...RESI LIBERI PER GRAZIA...
...E PROCLAMATI SACERDOTI E RE!
Fate vostra questa realtà, e come canterete ora all'Eterno? con la faccia mogia mogia? Se eravamo condannati a morte e siamo stati liberati, già questo sarebbe sufficiente per cantare con gioia e strepitare, ma... siamo stati fatti sacerdoti e re! Chi vi può fermare ora? Come canterete da oggi in poi? Ecco la consapevolezza del nostro ruolo nella musica; quando acquistiamo questa, tutto il nostro atteggiamento verso il canto cambia, ed anche i risultati della nostra adorazione: quando impariamo a lodare ed adorare, noi vediamo "il volto di Dio"!!! (Salmo 89:15 "Beato il popolo che conosce il grido di giubilo; esso cammina, o Eterno, alla luce dei tuoi occhi.
martedì 3 settembre 2013
storielle
Il popolo d'Israele da lungo tempo ormai era oppresso dai nemici Filistei, e levava preghiere al Signore perché venisse in suo aiuto. Il Signore intervenne mandando nel popolo d'Israele Sansone, un uomo che egli si era riservato prima ancora che nascesse. Il segno che egli era tutto di Dio era questo: fin dalla nascita non doveva mai tagliarsi i capelli. In cambio, il Signore gli dava una forza straordinaria per combattere i Filistei. La sua forza era davvero grande: un giorno, in campagna, gli venne incontro ruggendo un leone, e Sansone senza armi afferrò il leone e lo squarciò. Qualche tempo dopo ripassò da quelle parti, e volle andare a vedere i resti del leone; vide che uno sciame di api vi si era installato e aveva già cominciato a produrre miele, tanto che Sansone poté prenderne e cibarsene. Il fatto del leone e del miele gli diede spunto per proporre un indovinello a trenta giovani Filistei. Disse loro: «Se me lo spiegate entro sette giorni, vi darò trenta vesti con il loro cambio; altrimenti sarete voi a darle a me». Essi acconsentirono, ed egli propose l'indovinello: «Dal divoratore è uscito il cibo; dal forte è uscito il dolce». risolvere l'enigma, e vi riuscirono soltanto con un imbroglio, allo scadere del settimo giorno. Gli risposero: «Che cosa è più dolce del miele? Che cosa è più forte del leone?» Sansone doveva dunque dare a ciascuno di loro una veste con il suo cambio: se le procurò uccidendo altri trenta Filistei. Così cominciò a combattere contro i nemici. Un'altra volta, al tempo della mietitura del grano, catturò trecento volpi, le legò a due a due per la coda con una fiaccola accesa nel mezzo e le lasciò andare nei campi di grano dei Filistei, distruggendo il raccolto, le vigne e gli oliveti. I Filistei, furenti, marciarono in gran numero contro il popolo di Israele, che si impaurì. Ma Sansone disse: «Non preoccupatevi: consegnate me stesso, legato, ai Filistei, ed essi se ne andranno». Così fu fatto; ma appena fu in mezzo ai Filistei, Sansone fece forza e spezzò le funi con cui era stato legato, poi trovò una mascella d'asino e con essa si mise a colpire i nemici, uccidendone un migliaio. Un'altra volta Sansone si trovava nascostamente a Gaza, una città filistea; i soldati di Gaza lo vennero a sapere, e si misero in guardia per sorprenderlo e ucciderlo. Ma Sansone li prevenne: a mezzanotte si alzò per andarsene e, poiché le porte della città erano sbarrate, con la sua forza afferrò i due battenti di una porta, li divelse con anche gli stipiti, se li pose sulle spalle e li portò fin sulla cima di un colle vicino. Poiché non riuscivano a catturarlo in altro modo, i Filistei decisero di ricorrere all'inganno. A Sansone piaceva una donna filistea di nome Dalila, ed ella, d'accordo nascostamente con i capi del suo popolo, chiese a Sansone da dove provenisse la sua forza prodigiosa. Egli non voleva rivelarglielo, ma Dalila tanto insistette che alla fine Sansone le disse: «La forza mi viene dal Signore mio Dio; io mi sono consacrato a lui, come dimostrano i miei capelli che non sono mai stati tagliati». Allora, una notte, mentre Sansone dormiva, Dalila gli fece tagliare i capelli e lo fece legare con salde funi. Sansone pensò di potersi facilmente liberare dalle funi, ma si accorse che non aveva più i lunghi capelli, e con essi era svanita tutta la sua forza. Così i Filistei lo catturarono; gli cavarono gli occhi e lo chiusero in una prigione dove lo misero a girare la macina. Lentamente, però, i suoi capelli ripresero a crescere, e con essi la forza. Dopo qualche tempo, nella ricorrenza di una festa di Dagon, la divinità che essi adoravano, i Filistei si radunarono numerosi nel loro tempio, e con grande giubilo si rallegravano di non avere più da temere il pericolo di Sansone. «Il nostro dio ci ha dato nelle mani il nostro nemico» si dissero, e decisero di far venire Sansone al tempio, per divertirsi vedendolo ormai vinto. Lo mandarono a prendere nella prigione, e Sansone venne nel tempio, accompagnato per mano da un ragazzo, perché era cieco. Nel tempio e sul terrazzo c'erano tutti i capi dei Filistei e una grande folla, circa tremila tra uomini e donne, che guardavano incuriositi quell'uomo di cui avevano avuto tanta paura. Sansone, senza parere, chiese al ragazzo che lo accompagnava: «Fammi toccare le due colonne che reggono questo edificio, perché possa appoggiarmi ad esse». Poi rivolse una preghiera al Signore: «Signore, ricordati di me! Dammi forza per questa volta soltanto, o Dio!» Subito dopo toccò le due colonne per rendersi ben conto di dov'erano; poi, facendo forza con le braccia contro di esse, gridò: «Che io muoia insieme con i Filistei!» Sansone riuscì a spostare le colonne; l'edificio allora crollò rovinando addosso a tutti i presenti. Furono più i nemici che Sansone uccise con la sua morte, di quanti ne aveva uccisi durante la sua vita. Giudici 13-16
sabato 20 agosto 2011
Salvati, ma come?
Ci sono coloro che dichiarano di essere dei Cristiani, che parlano e si comportano come Cristiani, ma nei loro cuori confidano nelle “buone opere” per la loro salvezza.
In che cosa ti confidi per poter andare in paradiso?
........................................................................................................
........................................................................................................
Leggi Matteo 7.21-23
Quali sono le prime parole del versetto 21? ..................................
Cosa hanno fatto le persone che Gesù dichiarerà malfattori?
........................................................................................................
Matteo 7.24
Si dovrebbe basare la fede su ........................................................
Cosa commette colui che non fa bene? (Giacomo 4.17)
........................................................................................................
Si può dire che fare il bene è un dovere? ......................................
Cosa dobbiamo dire quando abbiamo fatto tutto ciò che ci è stato comandato? (Luca 17.10)
........................................................................................................
Puoi dire che hai fatto sempre tutto il bene possibile? ..................
Che cosa abbiamo perciò bisogno? (Luca 18.13) ..........................
........................................................................................................
Tito 3.5
Egli ci ha salvati non per ...............................................................
ma per ............................................................................................
Cosa dice Efesini 2.8-9
è per .............................che.siete stati ..................……….………
mediante........................e ciò non viene.................. è ……………
non è ……………..……affinché................................……….......
Romani 3.20 ...................................................................................
Romani 3.24 ...................................................................................
Romani 11.6 ...................................................................................
Gesù è stato prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante
...................................................................................Romani 3.25.
Siamo salvati per fare........................................................Ef. 2.10
Che cosa fanno i veri circoncisi? (Filippesi 3.3)
1. ...................................................................................................
2. ...................................................................................................
3. non .............................................................................................
venerdì 5 agosto 2011
Iscriviti a:
Post (Atom)